21km - la distanza

domenica 4 novembre 2018 - ore 11:21 PM

Io e la distanza a cinquantanni

E' stato piuttosto facile, devo ammetterlo, se non che sono riuscito a mettere testa e fiato in piccoli momenti della mattinata, quelli che hanno consentito alla buona forma di fare il resto, con l'aiuto del percorso lineare, andare da un posto a un altro (e tornare in traghetto).
Anche svuotarmi a 10' dalla partenza, in innominabile maniera, ha fatto la sua parte (se penso alla mia Prozia Leopoldina che andava in villeggiatura a Pallanza...)
Siamo in pochini, per cui si parte in 4a-5a fila agevolmente, quasi per nulla riscaldato, che 21 son già tanti.
Dopo circa 800m mi sorpassano i palloncini dell'1.30, partiti da dietro ma spediti. Anselmo mi dice di andare, ma non è mia intenzione, almeno per ora, debbo carburare.
Subito un po' di saliscendi e al km 2 finalmente siamo in direzione lungolago, tengo a vista il gruppetto del pacer, passando 8.35. Nel km successivo li raggiungo, inutile starmene da solo.
Si viaggia facili, io spesso giusto dietro al balloon, che prendo felicemente a colpi di testa.
rallentiamo verso l'8°km, sono io a segnalarlo a Michele, il portatore dell'ampolla verde; tutti satellitari e nessuno a prendere nota dei cartelli chilometrici, per cui il compito viene assegnato a me.
Passaggio al km 10 in 42.43, in ritardo di 13".
Verso Feriolo, dopo il passaggio sul vivace estuario del Toce, perdo qualche colpo e anzi lo mollo, il colpo, mi vanno via sgranati. A me sembra che il passo sia quello giusto, come impegno muscolare; lascio fare e perdo però anche qualche prospettiva, se non che 500m dopo, senza affrettare, sfrutto 200m di discesa per tornare a fare quello che mi riusciva bene, mollare le gambe. Siamo di nuovo insieme, forse non tutti, forse circa 6, tengo bene lo strappetto di Feriolo paese.
Dal 16 al 19 arriva la botta di adrenalina: sto bene e sono in controllo, è quasi fatta e non è stato così devastante.
Siamo rimasti in due mi dice Michele, proprio mentre comincio a sentirmi stanco e appesantito. Arriva la salita finale, circa 400m; la prendo arrancando e dicendogli che siamo giusti, non abbiamo messo via niente di vantaggio e io, proprio io, gliela faccio più, che vada lui.
Lui non va. Allora succede che, come nella famosa battuta di Totò (Ah sarei io il cornuto? No, si figuri... Allora è lei!) da qualche parto prendo la forza di andare io, mi ingobbisco sulla salita e scalo, con Michele che un po' si stacca, senza dire nulla; 20° km in 4.20. inizia la discesa, secca, spaccagambe, poi sarà lungo lago per 800m fino allo striscione. Per farcela devo fare una sola cosa, correre, come se fossimo in pista. Siamo radi, ma vado certo più veloce di quelli che incontro. Ai 500 lo striscione è visibile, lo speaker si fa sentire. Le gambe sbattono, ormai perse, ma le butto avanti caparbio.
Eccomi, i 100m finali sono ormai piacere dolente.
Avrò corso i 1097 finali in 4.17 e sarebbe bastato comuqnue anche correrli meno epici, però di quello si vive, al 20°km di una Mezza, la mia prima volta sotto i 90' a 50 anni compiuti, 1.29.36 (31° su 303 e 8° di categoria).
Michele arriva soddisfatto, portando a termine La Promessa, una ventina di secondi dietro me.
Stresa è sostanzialmente l'imbarco, ma ancor prima un perfetto tendone degli Alpini (forse) con docce da campo, ancora vuote. Vado veloce per aspettare il Presidente e poterlo perculare con la ciclistica arrivi che abbiamo già fatto la doccia.
Cielo grigio ma luminoso, scandinavo e gialloblu sulla barca che ci riporta a Pallanza e di lì a mangiare, nemmeno male; poi in pullman sociale verso casa, svegli dalle 4.40 del mattino.

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mercoledì 22 novembre 2017 - ore 8:14 PM

Ritorno alla distanza

La sveglia sarebbe alle 4:30, ma mezz'ora prima l'Infanta mugola e tanto vale alzarsi per stare.
Colazione con 3 fette 3 di torta all'anice e cacao, sfornata poche ore prima per allappare sensi altrimenti spenti, nel cuore della notte.
Nella penombra del cortile un piccione morto.
Lo scavalco ed esco, dove ad aspettarmi l'auto che mi porterà al pullman. Un'oretta e mezza dopo siamo al Bentegodi. Ci si cambia a bordo e le navette ci portano in centro. Il tempo di correre a pisciare su un albero fuori le mura (veramente non c'era altro) e poi veloci in griglia, dove siamo veramente tanti e c'è molta confusione. Il mio 1.31 dichiarato mi porrebbe nella griglia dei maratoneti da 3.40. Guadagno spudorato fila su fila fino ad arrivare dove oltre davvero non si può: poco dietro i palloncini dell'ora e trenta.
Primi 100m lentissimi, poi ci metto l'esperienza del quotidiano slalom ciclistico. Qua e là qualcuno cade ma non so come al primo km sono solo 4.21. Nulla è perso.
Dopo si comincia a correre bene, primi 3000 in 12.45. Raggiungo Domenico, non me ne accorgo ma è lui da dietro a farsi voce. Andiamo insieme. Bene. I palloncini 1.30 e 3.00 sono una sola cosa e stanno 20m avanti a noi. Tenerli a vista è sufficiente, ma Domenico comincia a mugugnare che stanno andando troppo veloci, poco sopra 4.10. Li seguo senza strafare, lui perde qualche metro e gradatamente si stacca, al momento spero non troppo. Io non ho fondo, per cui non ha senso rallentare, fino a che non faccio fatica sono secondi messi via. Secondo 3000 in 12.34.
Siamo da tempo lungo l'Adige, in senso contrario allo scorrere dele acque. Sponde alte e scoscese, nessuna protezione se non paletti di pietra ogni 10m. Roba da cascarci di corsa, figurarsi su ruote.
Terzo 3000 in 12.40, palloncini quasi raggiunti. Passo ai 10k in 42.16, 14" di vantaggio sulla tabella. A spugnaggi e ristori guadagno ogni volta metri sugli altri, quasi tutti intenti a prendere qualcosa, ma io la mezza da sempre la corro così, dritto per la strada senza distrazioni. Lasciamo il fiume e dopo qualche curva comincia un tratto che i pacer dicono essere in leggera costante salita; non la si percepisce.
Quarto 3000 che diventa un 4000, perché mi perdo il segnale stradale del km 12: 17.02, sempre dietro ai palloncini, condotti da Giuliano Battocletti. Vorrei farci due chiacchiere e felicitarmi per il presente, la corsa libera della figlia, ma non trovo mai il momento giusto e preferisco rimanere concentrato. Al km 14 un pensiero per l'ora in pista: passo in 59.10 dopo un 1000 da 4.06, con tratti in discesa. In certi giorni questo mi spaventerebbe, ma la strada aiuta, stiamo tornando in città e io sto andando là, tocca farlo.
Altri 2km in 8.31 e siamo al 16, l'Ora dei Diavoli. Mancano solo 5 ma una vocina mi dice di accontentarmi, quasi mi chiede di fermarmi. La corsa è meno sciolta ma riesco a far comandare le gambe, che in realtà vanno ancora, con il fiato veramente in controllo e la parte buona della testa che continua a ripetere che siamo in discesa.
Arrivo al 18 dopo 8.19, sto continuando a guadagnare. Adesso si va. Mollo i palloncini, che in realtà si son molto sfaldati e mi detto dietro un ragazzo alto dalla corsa leggera. Siamo sotto i 4.10 ma lo tengo facile. Rallenta e vado via, dicendogli di seguirmi, ma dopo poco svanisce. Davanti una trentina di metri una maglia gialloblu, ci vedo malissimo e non capisco chi sia, fino a che chiaramente si delinea Maurizio. Nessuna voglia di andare a prenderlo, ma la distanza si chiude un po' alla volta, naturalmente. Al km 20 lo affianco, soliti complimenti scambiati vado io vai tu che ne hai ma finisce che andiamo insieme. Adesso sono morto ma avanzo, i piedi che pestano duro, non ammortizzo più niente ma c'è un bel sole e non fa più troppo freddo. Il ponte sull'Adige sembra una montagna lastricata. La superiamo. Ultima salita prima dell'arrivo, imbocchiamo la discesa per mano fino a rischiare di capottarci sull'ultima curva secca e poi ecco i 100m finali davanti all'Arena.
Come ipotizzato nei frenetici calcoli dei minuti finali, riesco a stare sotto a 1.29, segnando 1.28.47 di realtime, ultimi 3097m in 12.46, 4.07/km di media. Roba da gente allenata, così come il negative split. Domenico poco oltre 1.31, ha tenuto in una giornata grigia.
Interminabile pomeriggio, tra pranzo in centro dopo il glorioso arrivo del maratoneta Girolamo, passeggio fino al Bentegodi e viaggio di ritorno tra uomini mediamente felici e distrutti.
Con 8 uscite a Settembre, 15 a Ottobre e 6 nella prima metà di Novembre, riesco a rimettere in carreggiata il mio contenitore e guardare negli occhi la distanza.

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giovedì 19 marzo 2015 - ore 7:09 PM

La gita al Ticino

Prima
Il giovedì spendo i miei 20' un po' svogliato, tra gradini prato e ostacolini, tanto per smuovere il culo.
La Domenica sveglia alle 5 e poco più, è la volta di Flora, che mi mangia l'ultima oretta e mezza di sonno programmata; poco male però, perché il Sabato avevo scaramanticamente ripetuto il rito pre-stramilano del sonno pomeridiano.
Colazione a castagnaccio e caffé lungo.

Quasi sparano
Mi fermo a pisciare alle porte di Vigevano: è nuvolo, non piove ma tira vento freddo. Il percorso è per 2/3 in aperta campagna.
Chiamano alla partenza divisi per due griglie, sono ancora nella prima. Partenza senza nessuna confusione, dalla pista che rispetto a 8 anni fa è consumatissima, non sono il solo. Ho qualche minuto di riscaldamento alle spalle, una fascetta grigia di pile per i primi km, a scacciare il fantasma delle sinusiti che ha portato l'ultimo Monga. Considerando il callo sotto al piede che punge, l'aria è quella che di solito mi innervosisce e ferma i 60k del mio corpo, sto tranquillo.

16.57
Include il passaggio al Castello e in piazza, son curve e piccoli strappi; a vista con Maran, passo facile, primi 4 andati, via la fascetta e si esce dalla cittadina

17.04
Aggancio i palloncini dei 90, partiti spavaldi; chiacchiero con chi li tira, Massimo che una volta tenni dietro e che poi è diventato maratoneta da 2.45. Al 10k sono a 42.29 (nei primi 200, scoprirò).

16.56
Parti ventose, asfalto bruttino, continuo del mio con Maran coperto dietro; allungo sui palloncini che comunque qualcun'altro davanti da seguire c'è. Sta passando veloce.

17.11
Vento contrario, soprattutto in un lunghissimo km; lo affronto a tratti senza paura, per chiudere buchi mentre altri mollano. Consumo, certo, ma a questo punto conto ancora di poter pure allungare nel finale.

17.34
I primi 2 sono lungo il canale sopraelevato rispetto al Ticino; i palloncini di Massimo allungano un po', mi sembra di andare veloce ma mi stacco qualcosa, Maran mi va via da dietro e comincio a dover usare la testa, che però risponde bene, me la godo ancora e vedo i 3k finali come uno spazio in cui tenere ma senza perdere. Fare fatica e ricevere indietro. Ma appena abbandoniamo il canale e la strada risale un poco, le gambe si fanno pesanti e davanti si allontanano. Nessuna richiesta di fermarmi però, il corpo ha ancora voglia, non c'è affanno ma i muscoli stanno cedendo. Assecondo, in una dimensione di piacere per il vicino traguardo, che è quello che conta. Perdo una decina di secondi a km, incito anche chi parte per stare sotto ai 90, che magari è pure la prima volta. Mai acqua, mai sali. Una volta una spugna.

4.49
L'ultimo km provo ad aumentare un po', che alla fine vuol dire non salire sopra ai 4.25. I crampi sono lì, lo sento all'ingresso dello stadio. Mancano 200 metri e davanti ho un atleta che ormai non alza più le gambe. Andiamo a prenderci almeno un sorpasso.

1.30.34, poco oltre il 200°, perse una trentina di posizioni. Si mangia zucchero a mollo nel te, risotto e lo spumante dei vignaiuoli.

Dopo
Molto orgoglioso di quanto fatto. Un'ora con le gambe sotto al tavolo a casa e poi di nuovo fuori nel vento frisone a girare per il Parco Nord e curiosare le sponde in lavorazione del nuovo lago verso Bruzzano con il nenne. Fanno altre 3 ore sulle gambe e poi tre giorni di DOMS e bicipiti femorali rigidi.
Torno dai Guardiani Mercoledì, per i 20' che stavolta sono 4k in progressione per sciogliere le gambe. E dal 3° km succede.


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lunedì 26 marzo 2012 - ore 4:38 PM

Comeback kid

Sabato ancora raffreddato, uno straccio al solo salire le scale. Alle 5 del pomeriggio prendo un caffè e mi butto sul letto, segno di schizofrenia della vigilia. Per fortuna mi addormento e 2 ore dopo sono un uomo nuovo.
Domenica mattina, ore 8. Un caffè leggero con 2 fette di pane e marmellata e un croccante di sesamo. La vestizione. Mezz'oretta di avvicinamento in bc, una decina di corsa lenta con Domenico e turbone e siamo pronti a ingabbiarci, in griglie quanto mai flessibili.
Alla botta di cannone scopriamo di non essere stati abbastanza furbi e una decina di secondi di distanza dalla prima linea non sono sufficienti a evitare gli amanti della grigliata. C'è da infilarsi e sgomitare, da svicolare tra Linus e uno della cricca, da scegliere dove intrufolarsi per scoprire poi di aver almeno evitato gli schizzi di sudore del Governatore.
Primo km comunque a 4.01. Giriamo la boa e al km 2 chiedo a Domenico le sensazioni. Buone. Si prosegue a quel passo lì, 20.06 ma va bene. Sul cavalcavia del Fatebenefratelli Domenico allunga, è scalpitante; lo riprendo sulla discesina. Al km 7 prendo la spugna, la tengo qualche centinaio di metri e poi infilo il cestino da 5m a 15/h. Abbiamo recuperato la cifra tonda e passiamo al decimo in 39.59, in vista di Stefano, mio compagno di società. Sto bene come da tempo non, ma al km 11 Domenico osa e mi va via, mentre calo appena di 3-4" al km (semmai sbagliata la misurazione, è lì che forse i km erano un poco esagerati). La gara è ancora lunga e quello è il mio passo, vietato falsarlo. Passo in 1.00.18 al 15, Domenico è avanti una dozzina di secondi, in un gruppetto che procede compatto. Seguo Stefano e per un attimo lo supero, cerco di cambiare passo attaccandomi a uno che mi ha sorpassato ma dopo poco sono dietro entrambi, proseguiamo così. Ai ristori prendo quasi niente; Stefano rallenta sempre e riparte con piccoli scatti che io non mi potrei permettere, ma lui è così. Al 16 siamo In Piazza Wagner, dove stavano i nonni; anche stavolta lì ricomincia la mia gara. Sto faticando ma con il sorriso, comincio a godermela anche se il passo è pesante. Abbandono le scie e corro del mio. Passaggio al km 18 1.12.29. Vi sarete pure fatti tutti i lunghi di questo mondo, ma stiamo entrando nella mia zona e comincia a fare caldo, cosa che io e Domenico sappiamo ben tollerare. Ah ma Domenico è ancora in vista, la fascia bianca intorno alla fronte è un comodo riferimento. Forse guadagno anche qualcosa, sì. Mi concentro sulla corsa, sui piedi, cerco leggerezza e ritmo, le A1 mi accompagnano bene. Il crono non si guarda più. Al km 19 si infila per la terza e ultima volta Corso Sempione. Stefano ha superato Domenico e io sono dietro giusto una ventina di metri. Al 19.5 siamo affiancati; allungo ancora ma non ne ha per starmi dietro. Al km 20 è proprio bello, mi metto a correre. Stefano è avanti una quarantina di metri e ha un buon finale, di solito, ma mi sto terribilmente avvicinando. Di colpo siamo tantissimi, che nei chilometri prima di procedeva abbastanza radi, dev'essere l'onda dell'1.24, ma molti sono cotti. Ecco l'Arena, i nostri viali di calcestre, ultimi 500m che corro in slalom, entrando allo Stadio giusto un paio di secondi dopo Stefano. Ultimi sorpassi ma anche lui allunga e gli finisco 3" dietro, 1.24.32. Qualche accenno di crampi mentre riprovo a correre, ma spossatezza no, umore alle stelle. Domenico 1.25.06 per dolorino al fianco destro; 37 posizioni dietro, per capire come ho corso quegli ultimi 2 km. Lavata all'Acqua Marcia e rientro a casa in bc.
Direi che è andata.



(foto del 20° km di Arturo Barbieri da podisti.net)

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mercoledì 10 giugno 2009 - ore 10:58 AM

La Svezia chiama

A Ottobre termineranno i miei 16 mesi dedicati esclusivamente alla velocità, con il rientro alla Corripavia su la distanza.
Cercherò comunque poi di tornare a privilegiare il mezzofondo, ma senza disdegnare future riapparizioni sui 21km, almeno fino a quando riuscirò a migliorare i miei tempi dal miglio ai 5000.
Quindi prima o poi qui ci vado.
http://www.stockholmhalvmarathon.se
Il percorso sembra ben disegnato, e la stagione adatta.

Stasera intanto se tutto va bene dorini in pista.

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lunedì 6 aprile 2009 - ore 5:27 PM

Il ventello

Per spazzare la stanchezza esco verso le 9.30, in bici, con sopra 2 magliette e il foglio di giornale sulla pancia. Mezz'oretta di viaggio tranquillo, freschino ma non troppo, orgoglioso di vedere le famiglie uscira da Messa con cappottino e sciarpa. All'Arena parcheggio lungo i binari del tram, impacchettando una delle due magliette e una banconota da 5 dentro un sacchetto di plastica sul portapacchi. Nessuno ci metterà le mani; troppo sono le distrazioni e troppo distratti sono i milanesi.
Non trovo turbone al via, e pazienza partirò da solo, benedetto dal Pimpe, che blocco mentre mi passa davanti Pimpe I suppose. Sono in fondo al plotone, 5 metri dietro di me è finita la fila. Superiamo il via dopo un paio di minuti dallo sparo, mentre lo speaker vaneggia con accento quasi imbarazzante. Sorpasso ma senza grandi rischi, godendomi il gruppo, salutando qualche amico mentre anche sui fondali si combattano lotte acerrime per guadagnare posizioni. Al 6° km finalmente si riesce a correre, sempre a zigzag ma con spazi più comodi; passo in 28 e lascio andare un po' le gambe, ma senza spingere. Guardo poco i km ma all'11° mi rendo conto che ho preso un passo ben oltre le intenzioni, assestato sui 4.06 ormai da diversi km. A questo punto sto bene, fa caldo ma la cosa non disturba troppo, anche se vien voglia di arrivare in fretta, che con tutte le buone intenzioni anche oggi Milano non sembra avere molto da darmi. Decido che il mio lungo diventerà un medio, con il tempo che le gambe decideranno di fare. Al 12° supero la criù che porta la croce del deejay, decisamente poco in palla. Al 17° una vecchiazza che sta portando in giro la madre profumata di naftalina urla tutta rossa il classico Andate a correre in campagna, e io comincio ad avere i piedi che cuociono; il ritmo che tengo è sempre quello, preciso, mentre intorno il sole cuoce le mosche che hanno fatto male i calcoli. Non ho preso né acqua né spugne per tutto il tempo, ma non va poi male; decido che mi fermerò al 20, per non entrare in zona transenne. L'ultimo km è il gran rettilineo di Corso Sempione, con foschia di sole in faccia, mezzogiorno passato, finalmente faticoso. Cerco di allungare giusto un po', ma in realtà più che l'impegno di ritmo comincio a sentire la distanza, considerato che non corro 20km da 18 mesi. Il ristoro del 20 mi accoglie beneamato, giusto per un po' di sali; l'orologio dice 3.59 l'ultimo, 41' gli ultimi 10, 57.20 gli ultimi 14, 1.25.20 i 20km totali. Cammino il 21° km, un po' stortino per il caldo, ma mi riprendo presto. Trovo La Gatta in zona Arena, e La Gatta mi regala un altra boccia della sua bevanda colorata che restaura fluendo.
Recupero la bici anche se per arrivarci provo a corricchiare e i polpacci sono piuttosto contratti. Sosta al Bar per il caffè, il mio premio di sempre, e zuccherosa colombina pasquale. Altra mezz'ora pedalando, cucina, Risi e Bisi, pulizie e il delirio del weekend è finito.
Mezza Maratona oggi ti ho controllato ma perché non mi affascini più?

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lunedì 28 aprile 2008 - ore 6:06 PM

Andar per rane

Oggi stranamente riesco a pedalare con gran scioltezza, ma appena mi sposto sulla deambulazione, le cosce mi ricordano la giornata di ieri. Dicon che la carne restuari le fibre e allora oggi un sano panino Kebab al tunisino di Porta Venezia; mentre mi avvicinavo agli ultimi morsi, quelli dove si concentra il peperoncino colato per necessaria gravità, ho pensato che ultimamente le mie gare mancano proprio di questi morsi finali, i più gustosi ed emozionanti, quelli per cui vale la pena la fatica preparatoria dei primi 2/3 di corsa.
Dunque ieri stavo bene, anche se preannunciava caldo. Al 2° km finisco in un gruppetto di volti noti, folto e frangivento; decido di provarci, anche se il passo varia da 3.50 a 3.55 al km, fino al 10°, primo passaggio al via del lago, tempo 38.55. Il gruppo esalta per i continui cambi di posizione, mentre io me sto bello tranquillo, sembro essere quello con il respiro più regolare, ma verso il 15°, in mezzo alle risaie, di colpo mi mancano forze e volontà. Lascio scappare il gruppo, e di colpo non so più perchè sto correndo, mi viene da camminare; provo a scacciare l'idea, ma torna forte, e allora mollo, e mi guardo intorno. Il paesaggio sembra prendere corpo; il caldo è eccessivo, che correndo non me ne accorgevo; sono a fianco risaia, ed è bello, piacevole, camminare in una calda giornata di primavera lungo una risaia allagata. Un po' d'acqua al ristoro di 100 metri dopo, e poi un'alternanza di corsa e camminata, per i restanti 5 km, correndo solo l'ultimo per orgoglio, superando 5 o 6 altri busti cotti.
Nemmeno male il tempo finale, 1.28.50...
Gambe a pezzi sia Lunedì che oggi, comunque; il dubbio che fame o sole o caldo o un cocktail dei 3 mi abbiano tirato uno scherzo rimane, unitamente allo scarso allenamento e all'aver accettato quell'andatura troppo forsennata.
Per memoria la settimana prima avevo solo recuperato l'anca (che ora almeno non ha risentito dello sforzo), dedicando alla corsa solo una ventina di minuti del 25 Aprile, prima del Corteo.

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lunedì 17 marzo 2008 - ore 1:40 PM

Pediluvio con ritiro

Sveglia presto, dopo sonno di buon ristoro.
L'unica cosa è che mi fanno male i piedi, da qualche giorno in qua, sono dolenti, appesantiti. Allora ritardo di 10 minuti l'uscita da casa e mi concedo un bel pediluvio propiziatorio, in acqua calda.
Fuori piove; e pioverà.
Logistica infame, e poi si parte, che è quel che conta.
Partiroooooooo...
Le gambe sembrano miracolosamente fresche, e nonostante i cartelli chilometrici siano segnati male, procedo bene fino a circa il km 12; poi comincio ad avere un po' di dolori di stomaco, il vento contro, freddo, la sensazione che correre altri 8 km a quel passo non servirà a dimostrare nulla e invece mi affaticherà esageratamente, e così mi fermo. Corricchio verso l'auto altri 15', con gambe per nulla appesantite, e mi godo il mio medio sul Lago, e il bel ricordo dell'unico tratto emozionante: il passaggio a Malgrate con tanta gente ad acclamarci.
13km in 52'.

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lunedì 1 ottobre 2007 - ore 5:33 PM

Gravellona

Mettiamo le mani avanti: un po' in sofferenza, gli ultimi km, stringo i denti e porto al traguardo 2 cosce lesse incapaci di cambiare ritmo pure sul tartan; e risulto 64/814 in 1.22.08. Sarebbe il mio PB, e lo é; peccato sia sporcato da una partenza assurda convalidata con metà dei concorrenti (me incluso) oltre la starting line. Quindi ho corso circa 21.055k, sempre che la misurazione totale fosse corretta, cosa di cui è sempre bene dubitare.
Qualche numerino: 5k in 19.20, mezza corsa in 41.05; split quasi perfetto.
Percorso meno panoramico del previsto, anche per la giornata uggiosa; scenderò credo sotto 1.22, presto; qualche dubbio in più riguardo alla chance di arrivare a 1.20.
A Piacenza sono arrivato molto più fresco, ma avevo un inverno di cross alle spalle; ieri verso il 14° ho cominciato a sentire le gambe pesanti (solito tè verde con miele, al mattino), ed è stato miracoloso andare avanti in pilota automatico e non perdere ritmo.

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martedì 27 marzo 2007 - ore 5:30 PM

77: le gambe delle donne

A Vigevano per confermare la facilità a correre sui 4/km, esce un bel 1.23.18 da non sottovalutare; per il fondo stradale gibboso, per l'umidità alle stelle, per il finale in leggera salita. L'obiettivo era piazzarsi nei 100, e faccio 77; passaggio ai 10k in 39.30 circa.
Finisco qua la stagione delle mezze, per mantenermi con garette e magari chissà i Campionati Italiani 10k di Livorno dei primi di Giugno.

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lunedì 5 marzo 2007 - ore 4:47 PM

com-piacenza

C'è stata compiacenza tra mente e corpo; un patto di non aggressione ma anzi di reciproco supporto. Riesco a partire tra le prime file, perché tanto ci si raffredda nell'attesa in qualunque posizione dei blocchi, e quindi tanto vale anticipare il posizionamento di qualche minuto e partire subito dietro ai primi. Siamo nel centro sportivo modello che circonda lo stadio; sparano e prendo il 4/km senza mollarlo fino all'11°, dove passo in 43.58. Di lì parte la nuova tattica: intermedio del crono così da porsi come obiettivo un 10.097 sotto i 40, per restare sotto 1.24. Dall'11° al 16° è aperta ma intonsa campagna, il sole che nutre e lenisce; si fatica un po' per il fondo vagamente sconnesso e per il leggero vento contrario, che sembra spirare in diagonale, diretto contro l'Appennino. Come sempre è quello il momento più delicato della mia mezza; comincia a figurarmi i 5 km finali di vialone verso città con fatica e aria a tamponare l'impresa, ma appena risbuchiamo sulla statale per Piacenza la strada si fa in leggera discesa, e il vento scompare, grazie anche alle case e ai filari di piante. E' un capolgimento improvviso: mi rendo conto di aver tenuto i 4/km fino a quel punto nonostante la leggera salita, prendo fiducia e mollo le gambe, che prendono a viaggiare comode a 3.50 e a superare bruttamente chiunque mi preceda. Al 18° il percorso fa una piccola deviazione dentro un quartiere di case, obbliga a un'inversione secca intorno a un paletto e riprende la via per la città; il paletto fornisce ulteriori segni di conforto, perché la ripartenza forzata mi trova con le gambe fresche e pronte a spingere ancora.
Il corpo non ne vuol sapere di dare segnali cattivi, ormai sono sicuro di stare sotto 1.24, e sento il dovere di approfittare della grazia del giorno; all'ultimo km la strada riprende a salire leggermente ma vedo dal crono che potrei stare sotto 1.23.
Da lì sono solo ricordi a spot: il magro e perfetto corpo femminile da atleta della Vinci dei Road (vinci-trice alla Mezza di Monza) che mi sbuca davanti e che supero senza nemmeno accorgermi; "vai Nicola!" gridato da Lillo, e ho anche la forza di fargli un gesto di trionfo; voci del pubblico oltre le transenne; i gonfiabili uno via l'altro; Fabiorossi che grida per l'arrivo della seconda donna e io che questa donna l'avvicino tanto da aver paura di passarla in volata (il mio codice etico non lo consente, vedi anche Milanino); il timer appeso sopra il traguardo che segna ancora 1.22 di gun-time; l'arrivo a braccia alzate; la confusione con l'orologio ma sono intorno a 1.22.35.
Alla fine sono 1.22.31, 92° assoluto e 90° uomo (tra l'altro con 100 metri in più di gara avrei passato 4 atleti, che sono davanti in un intervallo di 2").
I minuti dopo sono incredibili: la Piazza Cavalli si staglia contro il bluesky, il sole è marmellata; cammino in giro per la piazza ridendo di gioia e non mi fermo; vorrei correre ancora perché le gambe sono calde e non segnalano dolore, ma solo voglia di continuare. Poi trovo Remo e altri e allora è il desiderio di compagnia a vincere.
Ero a stomaco vuoto, dalle 10 della sera prima; la mattina solo Bancha con un cucchiaio di miele. Le gentili signore del ristoro mi offrono tè caldo e ritornelli, time for a break-FAST.

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lunedì 18 settembre 2006 - ore 2:34 PM

le praterie di Basiglio

Circondata dalla casa circondariale per ricchi di Milano 3, recentemente passata dal silvio al tronchetto, sorgeva e sorge tra risaie e umide praterie ricche di anatidi Basiglio, e con essa le cascine paese murate poco fuori il centro, come la cadente ma forse ristrutturanda Cascina Vione, magica presenza.
A Basiglio si correva una 10k e una 21.3k; la seconda, grazie, a passo di maratona; parto piano, sui 4.50 ma poi aumento e passo al 10° circa in 46; poi rimango con pochi che proseguono, e cambiando passo soprattutto nella parte centrale chiudo con un ultimo km veloce in 1.34.52, proiezione 3.09 per Venezia.
Considerando che 15 km erano su prato bagnato, la corsa vale molto più dei numeri; l'odore dell'erba umida, le alpi piemontesi al sole all'orizzonte, i pochi sassi del fondo, quasi sempre morbido, il riso ormai maturo, anima beatificata. E poi oggi niente dolori, e quindi stasera provo a sfaticare una decina di km lenti.

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giovedì 6 aprile 2006 - ore 3:28 PM

Stra-cco

Stracco stracco, dal 15° km ho capito che la verve stava finendo; pagavo il passaggio al 4° in 15.52, troppo; al 15 ero ancora abbastanza in linea per scendere sotto 1.25, con 1.00.33, ma avrei dovuto mantenere quel passo che stava diventando impossibile. Comincia il dolorino fegato/cistifellea/etc: massaggio un po' la parte e la cosa migliora, ma calo di 15" secchi al km, per un paio di tiri, quindi addio personale.
Mi ciuccio il secondo gel, provo a rilassarmi; al 17° comincio a sentire le voci, ma sono 2 bici con gli amici, e intanto comincio a riavvicinare qualcuno che avevo lasciato scappare, si ricomincia. Un saluto ai nonni, alla chiesa di Piazza Wagner, e si riparte sul serio, cosa sono, nemmeno 3 km. Dal 19° dimentico tutti i calcoli, mi servono 2 km molto veloci per tornare sotto al personale, e comincio a sorpassare senza calcoli, rischiando di saltare; però tengo, tengo e altre voci mi sostengono, vedo il 20° e allungo ancora; sono dentro al parco, è andata, una voce mitica, la stessa della bici di Corso Washington, mi grida "Come al Parco Lambro, dai, come la curva del Parco e ci sei". Vedo l'Arena, ma non sembro trovare l'entrata, annaspo, la vedo e sono dentro, attento a non cadere; un'altra voce che mi grida di sorpassare ed eseguo, uno, due sorpassi sul tartan e finisce.
1.25.29, ce l'ho fatta per 11", 4.13 per fare gli ultimi 1097 metri.

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martedì 21 marzo 2006 - ore 11:38 AM

Vigevano calling

"I run by the river..."
Magica corsa, percorso da fiaba, prima nel centro dentro il castello, con il passaggio nella Strada Coperta dei Visconti (un tunnel per uscire di nascosto dalla città, una discesa in picchiata su ciottoli di fiume di 161 metri), e poi via per le campagne, lungo stradine da Parigi Roubaix, fino al naviglio lungo la scarpata del Ticino in mezzo ai boschi, esce il sole, tengo il passo da 4.10, magico, 1.27.44 finale. Dunque, gli ultimi 4 km ho fatto fatica: tenevo il passo ma le gambe si indurivano e le ginocchia non salivano più bene; servirebbero altre 2 settimane in più per arrivare bene alla Stramilano, anche se so che a Piazza Wagner, al 17°, saluto nonna e nonno e parto secco, altro che gambe, testa e culo di arrivarci bene.

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lunedì 6 marzo 2006 - ore 5:24 PM

Scarpa d'Oro

Sarà bello correre a Vigevano, il 19 Marzo.

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