21km - la distanza

domenica 4 novembre 2018 - ore 11:21 PM

Io e la distanza a cinquantanni

E' stato piuttosto facile, devo ammetterlo, se non che sono riuscito a mettere testa e fiato in piccoli momenti della mattinata, quelli che hanno consentito alla buona forma di fare il resto, con l'aiuto del percorso lineare, andare da un posto a un altro (e tornare in traghetto).
Anche svuotarmi a 10' dalla partenza, in innominabile maniera, ha fatto la sua parte (se penso alla mia Prozia Leopoldina che andava in villeggiatura a Pallanza...)
Siamo in pochini, per cui si parte in 4a-5a fila agevolmente, quasi per nulla riscaldato, che 21 son già tanti.
Dopo circa 800m mi sorpassano i palloncini dell'1.30, partiti da dietro ma spediti. Anselmo mi dice di andare, ma non è mia intenzione, almeno per ora, debbo carburare.
Subito un po' di saliscendi e al km 2 finalmente siamo in direzione lungolago, tengo a vista il gruppetto del pacer, passando 8.35. Nel km successivo li raggiungo, inutile starmene da solo.
Si viaggia facili, io spesso giusto dietro al balloon, che prendo felicemente a colpi di testa.
rallentiamo verso l'8°km, sono io a segnalarlo a Michele, il portatore dell'ampolla verde; tutti satellitari e nessuno a prendere nota dei cartelli chilometrici, per cui il compito viene assegnato a me.
Passaggio al km 10 in 42.43, in ritardo di 13".
Verso Feriolo, dopo il passaggio sul vivace estuario del Toce, perdo qualche colpo e anzi lo mollo, il colpo, mi vanno via sgranati. A me sembra che il passo sia quello giusto, come impegno muscolare; lascio fare e perdo però anche qualche prospettiva, se non che 500m dopo, senza affrettare, sfrutto 200m di discesa per tornare a fare quello che mi riusciva bene, mollare le gambe. Siamo di nuovo insieme, forse non tutti, forse circa 6, tengo bene lo strappetto di Feriolo paese.
Dal 16 al 19 arriva la botta di adrenalina: sto bene e sono in controllo, è quasi fatta e non è stato così devastante.
Siamo rimasti in due mi dice Michele, proprio mentre comincio a sentirmi stanco e appesantito. Arriva la salita finale, circa 400m; la prendo arrancando e dicendogli che siamo giusti, non abbiamo messo via niente di vantaggio e io, proprio io, gliela faccio più, che vada lui.
Lui non va. Allora succede che, come nella famosa battuta di Totò (Ah sarei io il cornuto? No, si figuri... Allora è lei!) da qualche parto prendo la forza di andare io, mi ingobbisco sulla salita e scalo, con Michele che un po' si stacca, senza dire nulla; 20° km in 4.20. inizia la discesa, secca, spaccagambe, poi sarà lungo lago per 800m fino allo striscione. Per farcela devo fare una sola cosa, correre, come se fossimo in pista. Siamo radi, ma vado certo più veloce di quelli che incontro. Ai 500 lo striscione è visibile, lo speaker si fa sentire. Le gambe sbattono, ormai perse, ma le butto avanti caparbio.
Eccomi, i 100m finali sono ormai piacere dolente.
Avrò corso i 1097 finali in 4.17 e sarebbe bastato comuqnue anche correrli meno epici, però di quello si vive, al 20°km di una Mezza, la mia prima volta sotto i 90' a 50 anni compiuti, 1.29.36 (31° su 303 e 8° di categoria).
Michele arriva soddisfatto, portando a termine La Promessa, una ventina di secondi dietro me.
Stresa è sostanzialmente l'imbarco, ma ancor prima un perfetto tendone degli Alpini (forse) con docce da campo, ancora vuote. Vado veloce per aspettare il Presidente e poterlo perculare con la ciclistica arrivi che abbiamo già fatto la doccia.
Cielo grigio ma luminoso, scandinavo e gialloblu sulla barca che ci riporta a Pallanza e di lì a mangiare, nemmeno male; poi in pullman sociale verso casa, svegli dalle 4.40 del mattino.

Etichette:

0 Avete commentato:

Posta un commento

<< Homepage