Alla fine mi decido.
Da Niguarda ancora non mi chiamano, il ginocchio va quasi meglio e allora patentiamoci.
Unico buco disponibile il 17 alle 17. Una ragione ci sarà, rispondo alla segretaria.
Il nuovo centro, scelto per comodità, mostra ancora una volta un vecchio medico ad abilitare, forse costume del percorso finale di carriera, un po' pantofolaia, tra infermierina e sta cazzo di macchina non capisco perché non funzioni. Io sto sereno e non faccio una piega quando dal previsto scalino si passa alla cyclette, con i fili che appunto vanno e vengono con i contatti. Nulla da perdere, datemi il foglio. Pedalo a comando, senza scompormi.
Direi bene, lei produce watt per più di 3 volte il suo peso. Poi pace che trova migliore il mio occhio peggiore, ma per correre è sufficiente.
Che starebbe per Petit Prix, quello che ci siamo presi oggi per evitare che le donne di casa arrivassero a dirci, con i loro bei modi, qualcosa come You're an asshole today, you're a jerk. You're not been nice to me today. E abbiamo così segnato 70 bei minuti, con una pausetta di 3 minuti a metà, solo per rinfrescarci alla fontanella. Le regole non sono quelle dei Master. La regola numero 1 è parti forte e poi mantieni, così che mi è toccato inseguire per i primi 10 minuti a cannone. Poi però stradine su prato e i sentierini lungo il fiume mi hanno ridato il ruolo di guida, per cui pur chiacchierando la corsa è andata bene e sul 500 finale del viale Cavriga il nenne non mi stava più dietro, sull'allungo.
Comunque ha una guida fenomenale, per uno che ha tolto le rotelle da due mesi.
Nel frattempo supero la visita medica pedalando con noncuranza ("il motore è sempre buono, ha recuperato in un niente").
Mentre invece il vignaiolo oggi avrebbe rischiato di prenderle dal guitarrista canadese, la cui luce però ci porterà a nuove sfide, per certo.
Son già scese.
Fa la dottoressa. Io son lì sulla cyclette pieno di cavi, a torso nudo, con il dannato finestrino aperto che spiffera sul mio sudore, come uno che si ferma al Rolle e non gli dicono cosa fare.
Sì le pulsazioni mi scendono velocemente, lo misura sempre anche il panda.
Sarà anche per via della mezz'ora convincente di Venerdì, a bordo prato, diversi giri a 1.30-1.28, ultimi 6 sul piede dell'1.20 e ultimissimo in 1.10 per chiudere 14 centesimi sotto allo scoccare del minuto prefissato.
Sei giorni dopo l'ultima corsa.
A un mese dal Monga.
Cinque giorni dopo l'ultima corsa, ma con la revisione di mezzo, passata a pieni voti, con dottoressa che rinuncia a indurire ancora la salita perché tanto le pulsazioni non ti salgono. Fa freddo sì, ma ci giochiamo il bonus riscaldamento globale dell'Arena, così che si riesce a stare in maglietta e scaldarsi senza sudare troppo, restando con quella bella sensazione nelle gambe da rifugio dopo sci di fondo. Si fa 16 volte il giro con lo sprint su prato lato lungo e recupero lato breve, circa 1.30 a giro, poco più di 23'; Domenico resiste, solo tagliando un po' i recuperi.
A meno di 4 settimane dal'esordio sono arrivate in anticipo, soprattutto di taglia, le fenomenali chiodate; ne ho subito riordinato un secondo paio, un bel numero pieno più grandi. Le altre le rivenderò al Monga, che in Italia nemmeno sono in commercio, meglio che intraprendere la dispendiosa Cerimonia dei Resi.
Il Dottorino: Accidenti! 42! Ma li porta proprio bene, complimenti! La Dottorina (la più ambita dai pensionati e degli sbarbati della Società): Le sono molto grata per questo piccolo picco a 121 (prova sotto sforzo), perché altrimenti sarei stata in difficoltà a disegnare il diagramma, visto che il minimo è 120 battiti... Ancora la Dottorina: Beh se vuole asciugarsi ma tanto non è nemmeno sudato... Perché? C'è gente che chiazza di sudore il tappetino? Fosse solo quello...c'è gente che gronda e che con lo spirometro in bocca perde bava...
Domani si va, ancora indeciso se correre o guardare. Peccato non poter correre con le fosforus, in ogni caso.
Prima prova del Monga non si sa dove ma il 29 Novembre; il 19 mi impiantano due denti nell'osso mandibolare, tempo di recupero 3 giorni, e quindi ci sto DENTRO, attaccato con la molletta del PD che tra un paio d'ore riceverò in omaggio... Ieri visita medica sportiva: i vekkietti del gruppo, quelli che ogni anno vorrebbero capitare per le mani delle dottoressine, ma poi quando gli capita si lamentano che gli sale la pressione e rischiano la bocciatura, come sempre mi hanno fatto passare una gustosa matinata di vecchie storie, ma alla fine le dottoressine hanno chiamato me. E mi hanno pure fatto i complimenti per i 127 battiti di massima nei temibili 3' di step a ritmo forsennato che chiudono l'elettrocardiogramma sotto sforzo. Ho detto loro che insomma tutto è relativo e che quelli forti che hanno 40 a riposo e poi e poi e poi e che non mi sto allenando ma la risposta è stata anche lei non si può lamentare. A riposo faccio 58, stavolta. Interessante comunque saltellare su è giù per l'esercizio e vedere a monitor l'evoluzione dei battiti; per una volta ammetto che i garmindotati hanno dalla loro anche una dose di divertimento. Stasera a 5 giorni dall'ultima dovrei riuscire a fare un salto al Lambro.
We don’t want our runners like weight lifters, we don't like our runners like gymnasts; we want them like ballet dancers.
(Arthur Lydiard).
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La maggior parte delle foto che mi ritraggono sono tratte da podisti.net
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due siti che forniscono un servizio impagabile; le rimanenti sono in gran parte mie, scattate con la già vetusta DX 3500 e con la SX220 a partire dal 2012.