La diaria #dodici

Ci hanno provato in 3 a mettermi i piedi in testa, oggi, in ufficina. Non gliel'ho consentito, o almeno così sembra, vista coi miei occhi.
Che io poi avevo da fare.
Quattro chiacchiere con il rientrante Valsecchi mentre mi scaldo e poi via per qualche 300, come viene, partendo dal 100 per avere il recupero in zona fontanella.
Il caldo sta arretrando, è ancora folle ma più secco, buono.
Poi c'è l'idrante dei Guardiani. Anni di studi balistici lo portano ad allagare più pista che prato, pozzanghere in curva.
Parto, curo la respirazione, non prendo paura, nemmeno mai vero affanno, anche perché mi autorizzo recuperi comodi, di 2'.
Otto ci stanno eccome, da poter anche spingere un po' l'ultimo. A metà del rettilineo finale incrocio per la prima volta l'idrante, preciso, sincronizzato, un muro che toglie ogni visuale, dritto contro di me. E' un momento glorioso in realtà, perché filo felice verso la linea.

55.3, 55.4, 55.1, 54.3, 54.8, 54.5, 54.7, 53.3
recuperi sempre 120

Sono 7 atmosfere, è bello forte, mi specifica uno dei due Guardiani mentre li saluto uscendo dopo la doccia. A torso nudo, vorrei precisare.
Dopo 11 diarie tirate su con fatica e volontà, una alla volta, come il contadino cinese di Valerio, finalmente gambe salde e coraggiose, anche adesso nel dopo.