21km - la distanza

martedì 28 agosto 2007 - ore 10:32 AM

Lo stage francese

Estate tempo di stage. Tanti approdano a quelli dei nostri famosi tecnici maratoneti, in località più o meno suggestive; di mio l'Agosto è il mese della vacanze rando, in giro per dove abbiamo voglia, e lo stage è il periodo di ripresa di contatto con i cicli naturali della vita, 14 ore al giorno, sonno lungo escluso. Dopo qualche giorno a Campiglia, con un'unica uscita di un'ora per farmi due volte su e giù la pineta di Rimigliano (secondo giro in bella spinta, sulle salite soprattutto), si vira verso la Francia, via alpina. Nelle due settimane solo due uscitelle di mezz'ora, una nel bel parco pubblico di Castres campeggio e l'altra sulla Garrigue di Bidon, valle dell'Ardeche; e poi la gara.
A Florac trovo un po' di volantini di corse in giro per le Cevennes, e quella di Vebron, paese noto per la presenza di castori nella piccola valle di castagni, azzecca la data. E' una corsa che tendenzialmente prevede travestimenti da animali, e qualcuno se ne vede, nonostante il discreto caldo. Il percorso si svolge su 5 km di salita su sentiero largo, 5 di discesa e poi il km finale per le stradine del paese, con 400m di impennata tra il 12 e il 19% prima della volata in discesa; al principio dell'erta sta scritto, in vernice sull'asfalto, "Bienvenu en enfer".
Decido di partire comodo, anche perché non corro da 10 giorni 10; ho camminato tanto, e in montagna, per cui sento di avere una condizione non disprezzabile, e soprattutto i muscoli pronti per correre in salita. Dopo 2 km di leggera ascesa comincia il brutto, ma sgambetto molto frescamente su per i bei boschi, e comincio a recuperare posizioni; la fine della salita arriva senza troppi guai, e parto per la discesa lanciata, il terreno dove sempre riesco a fare quel po' di differenza. In effetti anche in terra di Francia si conferma che, rispetto agli atleti della mia fascia, in discesa non mi tiene quasi nessuno; in 3 km guadagno circa 15 posizioni, azzardando anche sorpassi all'interno sui tornanti, prendendomi anche un "bravo!" dal penutimo che passo. L'ultimo km di discesa ripresenta asfalto, e le pendenze più forti; è veramente faticoso, e doloroso per le piante dei piedi (meno male che sono in NB825, all'esordio in gara). Un volontario ci detta le posizioni, e mi da per 31°; spingo allora per rientrare nei 30, e all'arrivo in paese tiro un po' il fiato prima della scalata, mentre sono 29°. L'enfer è tale, ma riesco a non smettere di correre, con gran tifo dei ragazzini del paese che sbucano dalle porte delle case; solo a Venezia, nei 2 km finali, mi ero sentito così circondato dal pubblico. Chiudo la salita, e le gambe sono ormai quasi insensibili; sento che dietro qualcuno si è avvicinato, allora lo illudo nei primi 100 metri, e appena ritorna la sensibilità mi ributto a capofitto e mo' vediamo se mi prendi, fino al traguardo. Sono 28° alla fine (il volontario aveva sbagliato per difetto), annunciato dallo speaker come "nicolàpelisarì", con 11" su chi mi insegue.
Bellissimo, e maestosa cena a Florac, un paio d'ore dopo, a Les Tables de la Fontaine.

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