La Mezza del Pallino
Chiudo il primo giorno dell'anno in vantaggio su Runnerblade (che dichiara 3000). Lo chiudo a 18 e mezzo circa di pedometer, ma probabilmente saran stati anche una ventina, visto che pare che il sistema non calcoli la distanza effettiva ma solo la proiezione sulla linea orizzontale (certo che con un bel garmin non sarei lì a unire i punti da 0 a 100 eh...), per non parlare dei continui cambi di direzione per evitare i sassi delle strade bianche di cava.
Il Pallino ce l'avevo da un paio d'anni, di fare il giro lungo senza fare per forza avanti e indietro, ma è sempre mancata l'occasione e l'umore per buttarmi giù nei boschi senza sapere dove sarei finito; in realtà una volta mi aveva bloccato un branco di maiali, a pensarci bene, e un'altra un cane ringhioso. Stavolta è Capodanno, ho ancora lenticchie e zampetto slungati per l'apparato digerente e nessuna voglia di fare colazione. Maria dorme, Emilio è di nonna e allora vado, dopo aver preso 2 tazze di infuso; sono le 9 del mattino e in giro troverò solo persone che vogliono iniziare ciascuno con la sua passione. Gambe di gesso e questo potevo immaginarmelo. Comincio a salire verso il paese a freddo, a passino. Dopo circa 2 km comincia la strada bianca delle cave, che prosegue per circa 5km in falsopiano; il tratto finale è piuttosto rognoso per via del calcare in posto che sbuca dal fondo stradale e per le panda dei mimetici a spasso per la loro passione. Ricordo di aver visto 43' sul crono nel punto che mi viene dato come km 7, quello in cui i guaiti premonitori si son manifestati nelle sembianze di un Maremmano e di un Lupoide piuttosto minacciosi che, nel punto di peggior palta (scarpe nuove battezzatissime), mi si fanno sotto e si allontanano solo quando gli grido di andarsene. Di proseguire non se ne parla, allora rientro qualche metro e poi prendo la strada sbarrata alle auto ormai inerbita, che prosegue in costa e che dopo 500m finalmente ha una deviazione in giù tra i castagni. Sono nella terra di nessuno. Non so dove sto andando, so solo che scendendo dovrei raggiungere prima poi la strada della valle che porta a Suvereto, mentre intorno sparano. Corro cantando a buon volume, cosa che i cinghiali non san fare; ma san schivare il pallino sicuramente meglio di me. Dopo qualche tornante si apre un uliveto in mezzo al bosco; non ci sono case e gran puzza di fogna come se fossi finito sullo scolo di una biologica che nutre le olive. Mi allontano seguendo il limitare dell'uliveto e per fortuna in fondo intravedo la continuazione del sentiero nel bosco; risale e dopo qualche minuto altri latrati, ma sono sbucato sulla strada asfaltata che cercavo (km 8), dove una vecchia cagna scodinzolante abbaia solo perché in cerca di carezze. Mi scaldo le mani sul suo pelo e riparto per la discesa. La strada guada 2 torrentelli; piedi bagnati e paura per il tendine, ma ormai sono in ballo e mollo le gambe per circa 5' di discesa ripida; poi la strada diventa meno scoscesa e dopo altri 3km in falsopiano a scendere arrivo all'incrocio per Suvereto, il mio consueto giro di boa. Da lì a casa è circa mezz'ora, quasi tutta salita, ma son già a 61', km 12 circa. La pesantezza è la stessa della partenza, solo un po' di reattività in meno nei piedi, una leggera tendenza a sciabattare, ma è molto gradevole trovarsi su quella sterrata che conosco a memoria con già tutta quella strada nelle gambe e la prospettiva di chiudere un giro. Tengo un passo che non voglio lasci troppi segni ma nemmeno troppo turistico. In 2,5 km riprendo tra i saliscendi 60m di quota, poi la discesa fino al km 16 dove ricompare l'asfalto. Passo le Chianine e le Maremmane che brucano tranquille, la cavalla e il puledro e riprendo la salita. Per gli ultimi 2k abbondanti in cui riprendere una 90ina di metri di quota il primo sorriso di uno sconosciuto del nuovo anno. Un anziano con testa e collo enormi, la faccia da orco buono che ha la passione di passeggiare è lì per la strada; ci facciamo gli auguri ma proprio di cuore e me ne salgo fino a casa, sempre senza spremermi.
Adesso sono un po' stanco. Sono arrivato. Dalla boa al finale son passati 30.49, appena un minutino più di quando la corro forte.
Sta distanza, qualunque fosse, mi ha preso 1.31.50.
Oggi son giusto 2 giorni da allora, ho le gambe ancora un po' pesanti e allora stasera m'intrufolo al Giuriati da portoghese sì sì la tessera, la sto rinnovando (tiè) e corricchio una mezz'oretta. Poi sarà Campaccio, vedremo se di costruzione o di collo tirato.
Il Pallino ce l'avevo da un paio d'anni, di fare il giro lungo senza fare per forza avanti e indietro, ma è sempre mancata l'occasione e l'umore per buttarmi giù nei boschi senza sapere dove sarei finito; in realtà una volta mi aveva bloccato un branco di maiali, a pensarci bene, e un'altra un cane ringhioso. Stavolta è Capodanno, ho ancora lenticchie e zampetto slungati per l'apparato digerente e nessuna voglia di fare colazione. Maria dorme, Emilio è di nonna e allora vado, dopo aver preso 2 tazze di infuso; sono le 9 del mattino e in giro troverò solo persone che vogliono iniziare ciascuno con la sua passione. Gambe di gesso e questo potevo immaginarmelo. Comincio a salire verso il paese a freddo, a passino. Dopo circa 2 km comincia la strada bianca delle cave, che prosegue per circa 5km in falsopiano; il tratto finale è piuttosto rognoso per via del calcare in posto che sbuca dal fondo stradale e per le panda dei mimetici a spasso per la loro passione. Ricordo di aver visto 43' sul crono nel punto che mi viene dato come km 7, quello in cui i guaiti premonitori si son manifestati nelle sembianze di un Maremmano e di un Lupoide piuttosto minacciosi che, nel punto di peggior palta (scarpe nuove battezzatissime), mi si fanno sotto e si allontanano solo quando gli grido di andarsene. Di proseguire non se ne parla, allora rientro qualche metro e poi prendo la strada sbarrata alle auto ormai inerbita, che prosegue in costa e che dopo 500m finalmente ha una deviazione in giù tra i castagni. Sono nella terra di nessuno. Non so dove sto andando, so solo che scendendo dovrei raggiungere prima poi la strada della valle che porta a Suvereto, mentre intorno sparano. Corro cantando a buon volume, cosa che i cinghiali non san fare; ma san schivare il pallino sicuramente meglio di me. Dopo qualche tornante si apre un uliveto in mezzo al bosco; non ci sono case e gran puzza di fogna come se fossi finito sullo scolo di una biologica che nutre le olive. Mi allontano seguendo il limitare dell'uliveto e per fortuna in fondo intravedo la continuazione del sentiero nel bosco; risale e dopo qualche minuto altri latrati, ma sono sbucato sulla strada asfaltata che cercavo (km 8), dove una vecchia cagna scodinzolante abbaia solo perché in cerca di carezze. Mi scaldo le mani sul suo pelo e riparto per la discesa. La strada guada 2 torrentelli; piedi bagnati e paura per il tendine, ma ormai sono in ballo e mollo le gambe per circa 5' di discesa ripida; poi la strada diventa meno scoscesa e dopo altri 3km in falsopiano a scendere arrivo all'incrocio per Suvereto, il mio consueto giro di boa. Da lì a casa è circa mezz'ora, quasi tutta salita, ma son già a 61', km 12 circa. La pesantezza è la stessa della partenza, solo un po' di reattività in meno nei piedi, una leggera tendenza a sciabattare, ma è molto gradevole trovarsi su quella sterrata che conosco a memoria con già tutta quella strada nelle gambe e la prospettiva di chiudere un giro. Tengo un passo che non voglio lasci troppi segni ma nemmeno troppo turistico. In 2,5 km riprendo tra i saliscendi 60m di quota, poi la discesa fino al km 16 dove ricompare l'asfalto. Passo le Chianine e le Maremmane che brucano tranquille, la cavalla e il puledro e riprendo la salita. Per gli ultimi 2k abbondanti in cui riprendere una 90ina di metri di quota il primo sorriso di uno sconosciuto del nuovo anno. Un anziano con testa e collo enormi, la faccia da orco buono che ha la passione di passeggiare è lì per la strada; ci facciamo gli auguri ma proprio di cuore e me ne salgo fino a casa, sempre senza spremermi.
Adesso sono un po' stanco. Sono arrivato. Dalla boa al finale son passati 30.49, appena un minutino più di quando la corro forte.
Sta distanza, qualunque fosse, mi ha preso 1.31.50.
Oggi son giusto 2 giorni da allora, ho le gambe ancora un po' pesanti e allora stasera m'intrufolo al Giuriati da portoghese sì sì la tessera, la sto rinnovando (tiè) e corricchio una mezz'oretta. Poi sarà Campaccio, vedremo se di costruzione o di collo tirato.
Etichette: lungo svelto, mappe
4 Avete commentato:
il solito fuoriclasse ...
Niente alla fine domani sarò all'Arena alle 12.30/13 ...quindi a giovedì !
messer cinghialino, bentornato alla corsa vera :)
Ho sempre detto che l'unico vantaggio di correre in centro città è quello di non trovare mai nessun cane(vero) male intenzionato.
PS
Spero non ce ne siano anche alla Monza-Resegone altrimenti mi pappano il Micio.
@Nicola: queste corse "a sorpresa" e a sensazione sono uno dei lati più belli della corsa. Poi le zone che conosco (come turista o poco più) sono quanto di più bello ricordi non per bellezze specifiche ma per armonia ... ma magari sono piacevoli ricordi di un passato piacevole
@Giancarlo: niente cani alla Monza-Resegone ... Micio li mangia!
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