La conversione di Treviglio
Fare punti. Solo per fare punti.
Una sei giorni tappato nel letto sperando nelle autodifese. Poi una sei giorni di antibiotico con progressivo miglioramente e il giorno dopo mi butto fuori. Per fare punti e tenere viva la speranza di chiudere un circuito di cross dopo anni. Gran sole nella via, nebbia totale già in Via Rombon. Arrivo a Treviglio che si vede nulla, parcheggio lungo il viottolo che porta alla cittadina e inizio il riscaldamento con addosso ancora il gilè imbottito. Un pezzetto per volta. Corro lentissimo cercando di ricordare, ogni tanto torno verso la macchina e tolgo uno strato, fuori siamo sul crinale dello zero. Arrivo alla partenza, comunque felice di esserci.
La gara è un correre al passo che non fa ansimare e calare troppa aria gelata nella trachea. Sembra facile e risulta nemmeno troppo difficile. Non perdo posizioni e qualcheduna la guadagno, correndo costante. Sta prevalendo la freschezza sull'inadeguatezza muscolare, tanto che all'ultimo giro mi permetto anche di pianificare il sorpasso alla fila di 4 che mi precede. Memore di aver tratto qualche vantaggio sullo strappetto e soprattutto sulla discesa tecnica del secondo giro, attacco sulla salitella ed effettivamente vado via. Solo uno mi tiene, giovane, fa lo stesso gioco con me e all'ultima curva, 100m dalla fine, mi va via abbastanza facile. Non reagisco perché probabilmente le gambe sarebbero troppo molli, perché non porta punti e perché soprattutto non devo dar fastidio alle mie vie, respiratorie.
Sono comunque 8° di categoria su 28 in 25.45 e salto 5°, sommando le prime due prove.
Poi si va al pranzo Sociale, meno indimenticabile di altre volte ma buono per riconciliarsi con la vita fuori.
Una sei giorni tappato nel letto sperando nelle autodifese. Poi una sei giorni di antibiotico con progressivo miglioramente e il giorno dopo mi butto fuori. Per fare punti e tenere viva la speranza di chiudere un circuito di cross dopo anni. Gran sole nella via, nebbia totale già in Via Rombon. Arrivo a Treviglio che si vede nulla, parcheggio lungo il viottolo che porta alla cittadina e inizio il riscaldamento con addosso ancora il gilè imbottito. Un pezzetto per volta. Corro lentissimo cercando di ricordare, ogni tanto torno verso la macchina e tolgo uno strato, fuori siamo sul crinale dello zero. Arrivo alla partenza, comunque felice di esserci.
La gara è un correre al passo che non fa ansimare e calare troppa aria gelata nella trachea. Sembra facile e risulta nemmeno troppo difficile. Non perdo posizioni e qualcheduna la guadagno, correndo costante. Sta prevalendo la freschezza sull'inadeguatezza muscolare, tanto che all'ultimo giro mi permetto anche di pianificare il sorpasso alla fila di 4 che mi precede. Memore di aver tratto qualche vantaggio sullo strappetto e soprattutto sulla discesa tecnica del secondo giro, attacco sulla salitella ed effettivamente vado via. Solo uno mi tiene, giovane, fa lo stesso gioco con me e all'ultima curva, 100m dalla fine, mi va via abbastanza facile. Non reagisco perché probabilmente le gambe sarebbero troppo molli, perché non porta punti e perché soprattutto non devo dar fastidio alle mie vie, respiratorie.
Sono comunque 8° di categoria su 28 in 25.45 e salto 5°, sommando le prime due prove.
Poi si va al pranzo Sociale, meno indimenticabile di altre volte ma buono per riconciliarsi con la vita fuori.
Etichette: cross
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