In scia
Piazza San Babila ore 8.50.
Infilo Corso Vittorio Emanuele, convergo sulla scia di un quarantenne in citybike, polo a manica lunga e jeans, capelli spruzzati di grigio, cartella di pelle.
Finalmente uno che viaggia. Mi accodo a mezzo metro, il massimo che consentono i miei poveri freni. Il mio povero freno, negli occhi ancora questa.
A metà accellera e mi prende qualche metro. Poi la ruota anteriore sale. Lo seguo ammirato. Per una trentina di metri prosegue senza scendere, in mezzo a pochi impiegati assonnati e distratti che percorrono il viale verso la sedia.
Lo affianco.
Complimente per le penne.
E' pirlaggine, non è da complimentarsi, sorride. Per sopravvivere a otto ore di Ufficio.
E' il nostro momento di gloria quotidiana, gli faccio.
Poi ci salutiamo e ognuno torna a fare la sua scia.
Infilo Corso Vittorio Emanuele, convergo sulla scia di un quarantenne in citybike, polo a manica lunga e jeans, capelli spruzzati di grigio, cartella di pelle.
Finalmente uno che viaggia. Mi accodo a mezzo metro, il massimo che consentono i miei poveri freni. Il mio povero freno, negli occhi ancora questa.
A metà accellera e mi prende qualche metro. Poi la ruota anteriore sale. Lo seguo ammirato. Per una trentina di metri prosegue senza scendere, in mezzo a pochi impiegati assonnati e distratti che percorrono il viale verso la sedia.
Lo affianco.
Complimente per le penne.
E' pirlaggine, non è da complimentarsi, sorride. Per sopravvivere a otto ore di Ufficio.
E' il nostro momento di gloria quotidiana, gli faccio.
Poi ci salutiamo e ognuno torna a fare la sua scia.
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