21km - la distanza

martedì 24 ottobre 2006 - ore 1:14 PM

Di più nei prossimi giorni

Qualcosa da aggiungere lo troverò, ma per adesso basti sapere che son seduto con le gambe di legno stagionato, ma che Domenica gliel'abbiamo fatta!
Porto a casa la mia prima maratona, a 3.13.05.
E' frutto di 4 mesi di lenta costruzione mentale e fisica, stando attento a non rompermi troppo e a capire le mosse giuste da spendere in 3 ore e qualche.
Sono riuscito a tenere sotto controllo il 90% dei fattori, includendo anche quelli che non dipendevano da me, e questo mi ha portato a bucare veramente di poco il massimo che avrei potuto ottenere; ma bucare di poco è bello, insegna qualcosa e lascia margini alla mia futura carriera di maratoneta, tra qualche anno.
Per adesso si torna alle garette brevi e alle mezze, linfa di cui amo nutrirmi (e che non lascia le gambe in queste condizioni).
Bravo corpo, che hai sopportato il tormento che ti ho inflitto; grande mignolo dx distorto, che hai appoggiato 42.195 metri senza un solo lamento.

Di più nei prossimi anni.
Oggi, 9 Maggio 2013, in un caldo pomeriggio di pre-estate, due figli e molte gare dopo (molte che han consumato quasi tutta la voglia di farne altre), incollo questo con oltre 6 anni di ritardo; il mio pezzo per podisti.net, ormai disperso, lo recupero dalla posta inviata, prima che se ne perda completamente traccia.

Appena tagliato il traguardo, con un inimmaginabile sprint che mi ha fatto guadagnare quattro posizioni di cui una al fotofinish, mi si è parato davanti il Moro di Venezia, un ragazzino mulatto sui 12 anni, largo il doppio di me, che mi ha lestamente e delicatamente messo al collo la medaglia, per poi staccarmi il chip dal pettorale, senza dire una parola. Lì ho capito che la mia prima maratona era finita; ho preso ad avanzare mentre tutto intorno si contornava di bianco sfocato, riuscendo a non cadere a terra; ho raggiunto e avvinghiato le transenne della lenta consegna borse e, sempre in un clima un po' ovattato, ho percorso i troppi metri che separavano dal the caldo, dove ho capito che il peggio era passato. Da lì un saltino in infermeria, per stendermi qualche minuto sul lettino più morbido e materno del mondo, provare la pressione e ripresentarmi al mondo.
Vorrei solo condividere qualche momento toccante della giornata, senza soffermarmi su aspetti organizzativi  che per certo altri racconteranno. Vi voglio bene, band che suonavate sul Brenta con la gioia incredula di poter rompere le scatole all'odiata vicina alle 9 del mattino; vi voglio bene, abitanti di Mestre che siete scesi per strada a salutarci e sostenerci a centinaia; voglio bene anche a te, collina di san Giuliano, perché ti ho incontrata in un momento in cui le energie fluivano regolari e inebrianti; voglio bene alle grida della siepe umana (almeno così la percepivo) che mi ha trascinato al traguardo senza farmi più pensare a fermarmi, tentazione che nella zona buia mercantile crociera Amarcord di Venezia si era insinuata pericolosa; voglio bene alle passerelle elastiche di legno, gialle, colorate; voglio bene all'acqua alta che schizzava da tutte le parti sulla banchina del canale; voglio bene al suono del silenzio del Moro di Venezia.
E adesso capite perché mi sono seduto sulla banchina, ho tolto calze e scarpe, ho messo i piedi a mollo nella laguna e mi son sentito felice, a mangiare la banana del pacco gara sorridendo al Redentore.
Mia moglie poi dice che 3.13 porta bene; è molto affezionata al numero 13.

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