Riso e ortiche

Detto questo non avrei proprio desiderato stare sotto al nubifragio delle 16, la cui coda mi accompagna fino a casa, con crescente clemenza. Il tempo di un caffé per svegliare membra afflitte da pensieri e mancanza di sonno prima di cambiare bc e sfrecciare verso il Forlanini.
Gara dei piccolissimi di grande spessore con il maschio che tiene a bada con il braccio la piccolissima contendente che ne avrebbe per sorpassarlo e finire prima assoluta.
Poi tocca a noi e scatta quella cosa magica che si rasserena tutto e parto felice, senza forzare. Tommy e Maurizio li lascio andare, riesco a tenerli a vista per mantenere la promessa di godermi la sfida solo per un chilometro, poi mi concentro sul mio passo, che deve rimanere composto e consentirmi di respirare bene; il resto non conta.
Guardo il tempo solo dopo un po' e segna già 15 minuti per cui, in assenza di cartelli e satelliti personali, capisco che non possono mancare più di due chilometri e qualche. Un po' ne ho, in verità, così cerco di allungare la falcata e all'entrata del Saini, quando manca circa un chilometro, punto finalmente qualcuno davanti. Loredana, per esempio, che mi ha passato a metà gara, è ancora lì avanti per poco. La prendo ai 500m, all'ingresso in pista, poi altri. Il giro finale è buono, il tempo pure, 24.08.
Certo anche quest'anno perdo mezzo minuto, i 6km sono forse 5.9, ma anche se li avessi corsi a 4.05 sarebbe comunque una buona dimostrazione di presenza.
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