21km - la distanza

mercoledì 22 gennaio 2014 - ore 1:09 AM

Dal letame nascono i fiori

Che poi sarebbe anche seminato e germogliato sto campo sul quale anno dopo anno vengono stesi i nastri di plastica e i picchetti, sistemato il ponticello di legno sui cui si impastò Cavallo Pazzo, disegnate eventuali variazioni del percorso, come quella che ripropone l'antica risalita del terrazzo fluviale boscato, una delizia tecnica sia in salita sia in discesa.
Concime, ma chiamiamola merda, generosamente ovunque. Per nulla secca. La terra è gravida di acqua, al punto che il fango è liquefatto e quindi si evita di portarsi dietro immani zolle, come accade in precedenti annate. Insomma non proprio si corre, ma in buona parte del percorso è qualcosa che ci assomiglia. Siamo 65 per la mia serie, partire quasi davanti non è difficile. Alle prime curve sono poco dietro i dieci, il vignaiolo si affianca sornione da dietro proprio davanti al fotografo, così che ci portiamo a casa due preziosi fotogrammi a passo sincronizzato (e io anche due bottiglie di Franciacorta). Poi mi va via. Dopo il primo km vedo che l'inossidabile Fantone, reduce da menisco (sì ma io da 27 di ferma), è ancora cauto sulle gambe, lo incrocio a uno dei tornantini mentre insegue dietro. Qualcuno mi passa, qualcuno lo riassorbo. Non va niente male. Siamo al bosco, uno spasso sia il gradone di terra in andata sia la discesa liquida con salto finale del torrentello, per non parlare della boa realizzata con un tavolino mezzo marcio, saldamente piantato nel fango. Al passaggio da via Fantone mi ha ripreso; reagisco non tanto per lui ma per lo spettacolo del pubblico grondante e per tenermi dietro la maglia bianca della foto, che comincia a cercare il punto buono per mettersi davanti. Tutto il secondo giro trascorre con il mio forte compagno che pazientemente guadagna metro su metro e si allontana, seppur mai più di 50 metri; non oso stare attaccato, preferisco controllare l'altro, allungando quando lo sento provare il sorpasso. Sulla salita mi affianca ma ho preso l'interno e rintuzzo. Passo la boa davanti e mi tuffo per la discesa, attento a non scivolare. Mancano tre rettilinei, averne ne ho. Rallento fino a snervarlo e finalmente mi passa - quello che voglio. Mi incollo per il penultimo rettilineo e alla curva finale, mentre sto per partire, ha un'incertezza e scivola. Si rimette in equilibrio e a quel punto parto io. Su quel pezzo di prato, tra i meno saturi, riesco a spingere e andare via quasi fossi in pista, mentre avanti Marco sta tagliando il traguardo. Gli arrivo 12 secondi dietro, 5 secondi avanti al bianco. L'abbraccio sentito del compagno che mi aspetta sorridente è un momento da non scordare. L'umiltà di chi si sa reinventare sinceramente felice di avermi tenuto dietro, ma vicino, obiettivo di giornata di un atleta un tempo 1.08 sulla mezza.
Oggi quelli davanti andavano a 4/km, io sui 4.40 pare. Fanno 29.00 per qualcosa più di 6k, 16° della serie e 7° di categoria. Nella generale rislago all'11°, 4 punti meno di Lorenzo, che per Cittiglio si dichiara già braccato, anche se in realtà sono io che dovrò cercare di metterne 5 tra me e lui, una bella sfida.
Zero mal di gambe. Il fango cura, come sostiene Uzì, fresco di rasatura del campaccio che gli era cresciuto sotto al mento.
Sembriamo sempre più quattro gatti reduci, ma siam sempre più arroccati, questi non li smuovi più; e poi, a 50km di distanza, il Cross per Tutti Seniores, quello che presentano nelle aule istituzionali, non sfonda nemmeno stavolta, nonostante tutti gli zecchini che si affrettano a raccimolare.


Ascolto consigliato agli Esordienti e non solo.

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Anonymous Anonimo ha scritto...

bellisimo racconto e grande volatona; ci vediamo a Cittiglio.
Lorenzo

2:01 PM  

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